Il legame del drago – Thea Harrison

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Chi mi segue sa che ho un debole per i gruppi di lettura e, ultimata la serie Riley Jenson, ho accettato con enorme entusiasmo la proposta delle mie compagne blogger di iniziare un’altra saga fantasy: le opinioni molto positive lette sul web ci hanno indirizzato verso la Elder Races Series di Thea Harrison. Non sarebbe stato facile eguagliare l’ottima riuscita dei libri di Keri Arthur, ma ci siamo buttate piene di grandi aspettative.

Volete unirvi a noi? Qui potete trovare le informazioni necessarie. 

9788834723838_0_0_300_75Il legame del drago

Thea Harrison

Traduttore: G. Canuso
Editore: Fanucci
Genere: Romance, Urban Fantasy
In commercio dal: 17 ottobre 2013
Pagine: 395 p.
Descrizione: Mezza umana e mezza wyr, l’antica e potentissima razza dei draghi, Pia ha sempre cercato di nascondere a tutti le sue origini. Ma un giorno il suo ex fidanzato scopre la sua capacità innata di aprire qualsiasi serratura e la costringe a commettere un furto. Non si tratta di un furto qualsiasi: le chiede di derubare un drago multimiliardario. Pia riesce nella sua missione e ruba un penny dai suoi tesori, senza sapere che da quel momento in poi il suo sangue wyr tornerà a reclamare la sua parte. Prima ancora però, sarà il derubato a reclamare indietro la sua moneta, insieme alla ladra che ha osato sottrargliela. Lui è Dragos Cuelebre, nato insieme al sistema solare, predatore tra i predatori, il più temuto dei wyr. Ma quando riuscirà a catturare Pia, scoprirà segreti ed emozioni nuove, che lo uniranno a lei irreparabilmente, come una forza ancestrale. Insieme affronteranno la minaccia dei fae oscuri e le difficoltà della trasformazione che sta avvenendo in Pia, che ora è pronta ad accettare la sua natura wyr. Un’esplosiva miscela di magia e romanticismo tra le fortezze dell’Altra Terra e i grattacieli di New York, un mondo popolato di creature maestose e affascinanti, in cui sarà un piacere perdersi.

Recensione

Maryella B.

Avvicinò il foglietto al naso e inspirò. C’era ancora del profumo sulla carta, e questa aveva assorbito olio dalla mano del ladro. Era un profumo femminile che faceva pensare a un raggio di sole selvaggio, e gli era familiare, risvegliava tutti i suoi istinti più profondi.

Rimase immobile, con gli occhi chiusi, concentrato, inalando in grandi respiri quel femminile e selvaggio raggio di luce. C’era qualcosa in quel profumo, qualcosa che veniva da un tempo ormai lontano. Se solo fosse riuscito a ricordare. Aveva vissuto così a lungo, e la sua memoria era un grosso e complesso groviglio. Avrebbe potuto impiegare intere settimane a ritrovare quel ricordo.

 

Sono una lettrice con le idee chiare: so bene cosa mi piace nei libri; conosco i miei gusti e i miei bisogni e ogni nuova storia alla quale mi avvicino mi consente di esplorare i miei luoghi emotivi. Di SPERIMENTARE me stessa.

Ogni lettura è un’occasione, un’esperienza fondamentale che punta il focus – ogni volta con precisione sempre più scrupolosa – su quello che la mia anima raminga va cercando e mi concede, pagina dopo pagina, l’opportunità di acquisire una maggiore consapevolezza – anche, o forse soprattutto, quando un libro non mi piace – di cosa il mio mondo interiore sta inseguendo. Un compendio armonico tra una forma sapiente, che esuli da ogni tipo di sciatteria, e un contenuto che non appaia trascurato e frutto di irrispettosa incuria verso il lettore: queste sono le essenziali prerogative che la mia sensibilità ESIGE a gran voce. Sembrerebbe una richiesta di poco conto, eppure sempre più spesso mi imbatto nell’incapacità di uno scrittore di saper combinare con abile maestria tali connotazioni; non è raro scontrarsi con un’assenza di talento, il cui tratto distintivo è un’esercizio didascalico, e dunque amorfo  e privo di anima , di una serie di regolette che non sanno uscire dall’aridità monotona e priva di vivacità di una simile esecuzione. Troppo spesso le parole non sono organiche e non sanno diventare strumento al servizio dell’emozioni e di uno schema completo e ricco di sfumature: si crede che i fatti da soli possano essere fondamenta solide per la costruzione di una storia e si trascura che ogni tassello deve essere funzionale al compimento dell’intento che ci si è prefissi. Lo scrittore, al pari di un architetto, ha la responsabilità di  progettare delle esistenze e di farle uscire dalla stasi bidimensionale della carta: se così non fosse diverrebbe un semplice affabulatore, un dilettante maldestro e incompetente, inadatto a narrare.

E Thea Harrison ha la manualità del più qualificato dei tornitori: lavora la materia plasmandola e levigandola con la tecnica più fine, attribuendo a ogni parola quell’effetto equilibrato e vigile che mai perde di vista l’obiettivo. Il lavoro di world-building è perfettamente integrato all’interno della trama e ne diviene fulcro e fondamento: è l’aria respirata dai personaggi, è un’atmosfera palpabile. Sempre densa. Sempre protagonista. Il mondo fantasy che esce dalla sua penna è carico di suggestioni legate al fascino seduttivo dei draghi, figure leggendarie, simbolo di forza e custodi di misteri indecifrabili.

Non si perde in inutili facezie, l’autrice, non divaga, non appesantisce il suo copione di informazioni che non siano fattive e adeguate: c’è un’efficienza nella gestione della storia che si traduce  in una narrazione fluida e coinvolgente.  I personaggi sono il risultato dello stessa attività di pianificazione: sono vividi e autentici, con le loro emozioni, le fragilità, i difetti e un carattere sempre riconoscibile e conforme alle azioni e ai pensieri che ne esprimono natura e indole. Pia, a dispetto del nome, che non rende giustizia alla sua personalità, si rivela una giovane donna determinata, versatile, coraggiosa ma anche sensibile e lo straordinario Dragos è la perfetta metà della sua mela: territoriale, spinto a proteggere la donna che gli è già entrata nell’anima, dispotico ma pronto a scendere a compromessi nel tentativo di tenere a bada i suoi istinti da uomo alpha che fanno trasparire un’attenzione e una dolcezza che ne stemperano la leggendaria inflessibilità e durezza.

«Forse avresti potuto liberarti dal rottame anche prima che i goblin mettessero la macchina sul pianale, vero?» insisté lei. «Ma non lo hai fatto per colpa mia. Sono una palla al piede.»

«Mettiamo in chiaro una cosa» disse lui. «Io non so cosa diavolo sei. Aggiungiamo anche questo alla lunga lista di cose di cui dovremo discutere quando usciremo da qui. Ma se c’è una cosa che non sei è un problema. Diciamo che sei un elemento dell’analisi tattica.»

«Un elemento dell’analisi tattica» sbottò lei seccata. «E che significa?»

«Significa che influenzi le decisioni che prendo. Smettila di agitarti.» Le diede un colpetto sul naso con l’indice. «Sembra che stiamo arrivando a destinazione.»

Ho trovato un grande equilibrio nelle dinamiche che hanno segnato la loro relazione;  ho vissuto quel sogno d’amore che continuo a vagheggiare, in cui i sentimenti entrano in scena e vengono accolti senza drammi o inutili ritrosie.  C’è la capacità di riconoscere, quasi un riportare alla memoria del cuore, ciò che è già dentro di noi: un desiderio sopito, ma pronto a emergere e a farsi strada nella vita di un individuo. E accanto a loro si dispiega la bellezza dei personaggi secondari a cui la Harrison concede il giusto spazio e delle qualità da numero uno. Sanno, ognuno di loro, trasfigurare le fattezze della storia: chi è dotato di  un’ironia trascinante…

“Ho bisogno di un amico con cui parlare.”
“E io cosa sarei, un piatto di fegatini?”

… chi ha un carattere burbero e silenzioso ma sicuramente nasconde delle potenzialità insospettabili… chi rivela un caratterino niente male, pronto a far esplodere tuoni e fulmini in un prossimo futuro…

Tricks urlò a bruciapelo, dritto in faccia al wyr incazzato. «Ne ho fin sopra i capelli della tua testardaggine e del tuo carattere di merda, Tiago! Ti sarei grata se ricordassi che il mio nome non è ‘Tricks, cazzo’ e non è neanche ‘vaffanculo, Tricks’. D’ora innanzi queste frasi sono contro la legge, e la prossima volta che mi urlerai addosso farai bene a dire ‘cazzo, madame!’»

Per un vibrante momento rimasero a fissarsi l’uno con l’altro. Poi la rabbia sul volto di Tiago andò in frantumi. «D’ora innanzi?» disse. Iniziò a ridere. «Mi stai prendendo in giro, vero?»

Lei lo prese a calci sullo stinco. «Non azzardarti a ridere di me!»

E il tutto è avvolto da un’aura, oltre che romantica e sensuale al punto giusto, impreziosita da una serie di messaggi edificanti che prestano un’attenzione particolare all’importanza delle relazioni, sia di coppia che d’amicizia, alla lealtà, all’altruismo, all’incessante lotta contro il male.  Insomma, una lettura energica, frizzante e sexy, adatta alle amanti del romance e dell’urban fantasy. Per quanto mi riguarda non vedo l’ora di leggere il secondo episodio della serie.

Cinque stelle la mia valutazione finale. 

7 commenti Aggiungi il tuo

  1. CHIARA ROPOLO ha detto:

    Sono contenta che ti sia piaciuto così tanto e concordo con il giudizio. Mi piacciono loro due come coppia e amo il mondo creato dalla Harrison. Non vedo l’ora di proseguire con la serie

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    1. Maryella B. ha detto:

      Grandissimi insieme!

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  2. non posso che accodarmi alle ragazze. sono felice quanto te di aver letto questo libri e sono ancora più felice di continuare la lettura della serie assieme al nostro bel gruppo di blogger

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    1. Maryella B. ha detto:

      Sì, una lettura proprio appagante

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