Rieccoci all’ottavo appuntamento con un’idea nata dalla fervida mente di Chiara La lettrice sulle nuvole: Purché sia di serie! è la Rubrica indirizzata a tutte noi lettrici, o anche lettori, che iniziamo delle serie e poi, sia per mancanza di tempo che perché presi da altre novità librarie che non fanno altro che distrarci, non riusciamo a ultimarle. Purché sia di serie! è la soluzione ai nostri problemi: la rubrica ci pone l’obiettivo mensile di leggere un libro appartenente a una saga già iniziata precedentemente ( quindi non prevede la lettura del primo episodio) e poi di recensirlo sul blog senza porre le solite limitazioni degli spoiler che oltre che ben accetti sono, in questo caso, quasi d’obbligo. Se volete unirvi a noi non potrà che farci piacere: raggiungeteci nel Gruppo Facebook dedicato all’iniziativa.
Questo mese, anche grazie alla mia collaborazione con MilanoNera, che ringrazio, insieme alla CE, per avermi fornito il file da leggere, ho letto l’ultimo episodio della riuscitissima serie che narra le avventure di Vani Sarca: Un caso speciale per la ghostwriter di Alice Basso. Qui potete leggere, se volete, la recensione di La scrittrice del mistero, libro che precede quest’uscita.
Un caso speciale per la ghostwriter
Maryella B. – proprietaria del Blog Le Trame del destino: Libri e dintorni – è anche redattrice presso MilanoNera: la presente recensione è stata pubblicata in precedenza su MilanoNera e solo in seguito inserita legittimamente nel Blog, in quanto spazio letterario proprio dell’autore della recensione.
Recensione
È così che funziona con te, Alice?
Perché, sai, chi non ha mai letto i tuoi libri potrebbe pensare che Un caso speciale per una ghostwriter racconti solo una storia dalle prerogative gialle – magari arricchita dalle intriganti connotazioni che caratterizzano l’indagine noir; plausibilmente potrebbe pensare che la tua scrittura, con docile condiscendenza, si adegui a una classificazione di genere che, invece, non riuscirebbe mai a cogliere tutte le sfumature cromatiche di cui, al contrario, si arricchisce.
Perché è così che funziona con te, Alice: le tonalità di cui si tingono i tuoi libri sono multiformi e si accendono di un’energia quasi caleidoscopica, capace di avvicendare dissacrante ironia a momenti di umana sensibilità, abile nel muoversi – con consumato mestiere – all’interno del complesso territorio rappresentato dai sentimenti e dalle relazioni e la cui attitudine comunicativa passa attraverso tutta una gamma di idee, di suggestioni, di riferimenti e citazioni letterarie, di slanci emotivi, di vicende interiori che divengono opportunità di riflessione.
Già, è così che funziona con te, Alice: tu ti muovi in universi sfaccettati, calchi palcoscenici che conosci bene, come quello dell’editoria e della letteratura per ragazzi, facendo di ognuno di questi elementi un ulteriore protagonista dei tuoi libri. Le storie per ragazzi non sono semplice fonte di ispirazione, costituiscono una componente essenziale della trama e riescono a conferire consistenza a tutta la struttura narrativa, fornendo appigli di autentica saggezza, offrendo pensieri su cui meditare e svelando quanto siano essenziali nella formazione individuale e collettiva di una società
E, proprio per tutto questo, il quinto – e ultimo – episodio della serie dedicata a Vani Sarca non è solo “un caso”, in realtà la componente suspense non risulta particolarmente marcata e non rimanda a un’indagine su eventi delittuosi, ma è un caso speciale perché si traduce in un incantevole viaggio percorso da innumerevoli sollecitazioni intellettive ed emozionali; è l’avventura della vita quella narrata dalla voce della tua eroina, quell’avventura in cui pericolo, imprevisto, mistero e cambiamento sono sempre in agguato.
Ogni cosa è destinata a mutare e nulla dura per sempre: le storie devono giungere a una conclusione; un ciclo deve chiudersi perché un altro possa iniziare. È il momento delle scoperte e dei bilanci, il momento in cui fare i conti con se stessi, comprendere la propria identità, trovare il coraggio di vedere quanta bellezza possa nascondersi anche nel più temuto degli epiloghi. Vani ci lascia, ma non prima di essersi data interamente ai lettori, non prima di aver ridefinito il proprio concetto di indipendenza e aver aperto uno squarcio nella corazza misantropa e disincantata che indossa da quando era adolescente.
Ci faccia capire, Basso, lei sapeva da sempre che la dottoressa Sarca dietro l’arguzia che la contraddistingueva, al di là del sarcasmo, oltre la facciata eccentrica e asociale – che riportava a Lisbeth Salander – in fondo, ma forse non proprio tanto in fondo, nascondeva un’anima da Pippi Calzelunghe? Il look assurdo, l’indole solitaria, il patrimonio genetico che urla indipendenza da ogni cromosoma, la predisposizione a farsi toccare il cuore e gettarsi in “eroiche” e generose imprese per ridare agli altri ciò a cui avevano rinunciato erano indizi che aveva già disseminato nelle pagine dei libri precedenti. E la presa di coscienza di Vani non poteva passare che attraverso l’instaurarsi di relazioni sane, concrete, talvolta anche improbabili, che sono divenute occasione per sperimentare, per aprirsi ai legami e scoprirsi punto di riferimento per chi la conosce. Ha molto di corale questa storia: Vani Sarca si confronta con tutti quei personaggi che l’hanno accompagnata in questi anni e il suo punto di vista, acuto e attento come non mai, sa mettere in risalto la loro presenza che, in termini di contributo umano oltreché funzionale rispetto al plot, non risulta mai sfocata o inopportuna. L’amicizia con Morgana, adolescente che ha eletto Vani a propria mentore, è più forte che mai, ma viene messa a dura prova da una vita che, non tenendo conto degli affetti, decide di rimescolare le carte, ma finisce con l’essere gabbata perché quando un patto è forgiato nell’acciaio, costruito giorno per giorno e fissato nel cuore, niente, nemmeno un cataclisma potrà mai avere la meglio; il sodalizio professionale, ma soprattutto privato, col Commissario Berganza – clonato sul modello di Philip Marlowe – non manca di mettere in difficoltà – con la tenerezza e l’interesse che le riserva e coi progetti per il futuro – le certezze della protagonista, ponendola di fronte a decisioni che si rivelano più semplici di quanto si potesse credere; Riccardo, ex di Vani e scrittore di punta delle Edizioni L’Erica, non fa mancare il proprio apporto mostrando, a sorpresa, che non è solo un egoista mosso esclusivamente dall’interesse personale; la scomparsa di Enrico Fuschi, diviene lo stargate attraverso cui Silvana – Vani – Sarca si confronterà con una serie di rivelazioni inaspettate, che la porteranno ad ammettere che il rapporto, quasi, disfunzionale instaurato col datore di lavoro ha lasciato segni profondi e quello che serve, per onorare un legame, è un piano che sappia restituire e ricostruire quanto è andato perduto. E tutto ciò viene scandagliato mentre presente e passato alternano la loro testimonianza: il mistero di cui si cerca la soluzione sembra trovare la propria origine negli anni della giovinezza di un ragazzo, in un incontro determinante, nel coraggio di fare qualcosa per cambiare il mondo e anche se stesso. La disillusione e il senso di perdita innescheranno un effetto domino che porterà a conseguenze decisive nel modo di impostare la propria esistenza.
Grazie a una prosa irresistibile – intrigante e dinamica – la storia, i dialoghi e i personaggi acquisiscono un carattere sempre vivido; la fine analisi psicologica che porta a una credibile ricostruzione dei vari tipi umani ha una densità pastosa e appagante e lasciarsi irretire da un simile impianto narrativo è un’esperienza che non richiede alcuno sforzo. Al contrario, la difficoltà sta nel riuscire a rendere quanto possa agitarsi tra le righe di una sinossi che tocca solo la punta dell’iceberg: perché non sempre le parole di chi recensisce sono adeguate; non sempre possono toccare l’anima che si cela al di là di una vicenda. Le parole sono importanti e l’unico a possedere quelle veramente importanti, che sapranno parlare a ognuno in modo speciale, è il libro che l’autore ha scritto: non vi resta, dunque, che leggerlo.
Come sempre, ringrazio Dolci Le mie ossessioni librose per il banner della Rubrica e vi invito ad andare a scoprire come se la sono cavata le mie compagne d’avventura.
non posso ancora esprimermi in merito perchè lo sto leggendo adesso, ma hai centrato il punto con le tue parole , sono d’accordo.
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Non vedo l’ora di leggere il tuo pensiero
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Ne ho letto tre, poi l’ho abbandonata, era diventata eccessivamente narcisista e autocelebrativa. Non credo che sia una buona serie.
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Io sono arrivata in corsa perché non ho letto i primi due, magari questo mi ha impedito di notare ciò che sottolinei. Devo dire che il quarto libro mi è piaciuto più di questo, che però ho apprezzato molto.
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A me ha fatto questo effetto, continua vedi un po’! 😘
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Vedrò di recuperare i mancanti per farmi un’idea più completa 😉
Felice giornata :*
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Ottimo brava 😀
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🙂
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Interessante
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bellissimo questo libro e bellissime le tue parole. La malinconia perché è finita unita al piacere di averla letta
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Grazie mille per i complimenti, ora aspettiamo di scoprire quali nuove storie ci aspetteranno
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Io sono alle ultime pagine e lo sto adorando
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Immagino 😉
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mai letto nulla della Basso ma sono sempre più curiosa di conoscere Vani
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Bella recensione, si capisce dalla tua recensione l’ amore per questo ultimo libro di Vani, spero di poter leggere qualcosa altro di questa scrittrice!
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