GDL: La Chimera di Praga – 6a tappa

 

Come anticipato nel post di presentazione del GDL (Qui) il 21 di Settembre tocca a Le trame del destino e al Blog Un libro e una tazza di tè riassumere e commentare i capitoli dal 25 al 30.

Quindi ecco a voi la 6a tappa del nostro viaggio.

 

Attenzione Spoiler

 

Cap. 25

Mai in pace

Karou arriva a Praga a tarda notte. Prende un taxi e dà il suo indirizzo, ma a un certo punto cambia idea e chiede di essere lasciata vicino al vecchio cimitero ebraico. Una speranza la anima: si dirige verso il portale di Sulphurus per scoprire che quanto accaduto è stato uno stupido sbaglio. Bussa e prega. Prega che le venga aperto dalla familiare figura di Sybilis. Ma le sue speranze si sgretolano e quelle lacrime che già chiedevano di uscire abbandonano ogni fiducia ed esprimono tutta la sua delusione: alla fine non resta che tornare a casa.

Karou non sa che il sonno che la sta cullando non è solitario: Akiva la osserva. Tormentato. Ossessionato da lei ne coglie l’innocenza, le labbra dolcemente dischiuse, la posa da bambina e viene colpito dal ricordo di quanto fosse arrivano vicino a ucciderla e questo pensiero lo riporta in un altro luogo e in un altro tempo quando aveva accanto a sé una donna che ha amato e con la quale aveva inventato un nuovo modo di vivere. Le figure di Madrigal – il suo inizio – e di questa ragazza, che da mesi ne domina la mente, si sovrappongono: non c’è una somiglianza fisica tra loro, ma qualcosa le accomuna, qualcosa nelle movenze aveva agito sul suo inconscio e sta dando voce a una speranza che lui stesso si rifiuta di concretizzare. È un momento di una suggestione infinita in cui Akiva svela il proprio mondo emotivo, le sue fragilità, le inquietudini e una complessità interiore che l’autrice rende in maniera perfetta: affiorano i desideri e si avvertono i palpiti di un cuore che vuole tornare a pulsare per amore e a ritrovare quella pace che sembra gli sia del tutto negata.

Questo è un capitolo dalla bellezza quasi magica: ci fa scoprire tanto di Akiva, dei suoi pensieri e delle sue origini, ma mentre dà alcune risposte, accresce la curiosità e stimola una serie di ipotesi attorno alla misteriosa figura di Madrigal: diventa quasi impossibile non lavorare di fantasia e cedere alla seduzione di immaginare un risvolto romantico che possa rimediare al dolore di una perdita che forse non è definitiva. Chissà!

 

Cap 26

Un sottile malessere

È sabato mattina e Karou si sveglia nel suo letto per la prima volta dopo settimane: è il giorno in cui Zuzana va in scena col suo progetto semestrale. L’idea della marionetta e del burattinaio ha preso vita e i momenti che precedono l’esibizione ci danno la misura dell’importanza dei legami affettivi. L’amicizia tra le due ragazze è stata messa più volte a dura prova dai segreti custoditi da Karou, ma è un rapporto solido il loro e i regali che la nostra eroina consegna all’amica hanno il sapore della tenerezza, del riguardo per l’altro, della cura e dell’attenzione per coloro a cui si vuole bene e al contempo esprimono quello che è il nucleo vero dell’amore: il piacere del donare, quella generosità disinteressata che apparentemente è a senso unico, ma che invece rende felice più chi dà che chi riceve.  In più l’autrice ci mostra un aspetto diverso di Zuzana, presa dalla sua storia con Mik, il violinista di cui è innamorata.

Il capitolo non aggiunge nulla in termini di azione, non dà risposte, non ci fornisce indizi per ricostruire il complesso mistero che la Taylor ha costruito negli episodi precedenti, ma  non costituisce per niente un momento di stasi narrativa: l’autrice ha un senso dell’equilibrio magistrale, la sua penna riesce sempre ad aggiungere e mostrare qualcosa che arriva al cuore del lettore. Attraverso le descrizioni dei luoghi e delle persone che ne animano e presidiano i monumenti, attraverso l’attenzione per i suoi personaggi a cui sa conferire spessore e tridimensionalità l’autrice dà pennellate particolari al suo romanzo e sa farlo con ogni parola, facendo vibrare di potenza espressiva anche quegli attimi, che se raccontati senza emozione, potrebbero risultare lenti e privi di quella vitale sensibilità capace di farci entrare nell’universo delle persone che la sua prosa ha saputo creare. Tuttavia, anche se non riusciamo a sciogliere alcun nodo, una domanda si aggiunge: qual è la causa di quel sottile malessere che Karou avverte e che rende i suoi passi incerti, la spinge a fermarsi, a guardarsi intorno mentre sta per raggiungere l’amica, e che ritorna  di nuovo quando, circondata dai turisti, si trova sul Ponte Carlo?

 

Cap. 27

Non una preda, ma una forza

Nelle orecchie di Karou risuonano le parole di Bain, che la vogliono preda, sempre destinata a guardarsi le spalle e a essere cacciata. E su quel ponte mentre l’amica torna a esibirsi più e più volte, quel disagio avvertito ripetutamente si trasforma nella certezza di essere osservata e poi seguita, quando, dopo aver declinato l’invito di Mik e Zuzana di cenare insieme, si dirige verso casa. E mentre si muove tra le vie ipnotiche, ma familiari di Praga avverte una minaccia vera e desidera affrontarla. Vuole affrontarla. L’incontro con Svetla, il procace vampiro femmina di Kaz, potrebbe stravolgere i piani di Karou che si trova costretta a condividere con lei il nascondiglio che voleva destinare a se stessa. E da lì, dopo essere riuscita a costringere al silenzio Svetla, vede giungere un’ombra. Un’ombra con le ali e il cui profilo ha una bellezza sconvolgente. È Akiva. Karou lo assale e inizia uno scontro che porta la nostra protagonista a una nuova consapevolezza: in lei non c’è una preda, ma si nasconde una forza potente e inarrestabile. Il confronto non è solo fisico tra i due e in un momento cede il passo a un contatto che vede i loro occhi incatenarsi e nello sguardo di Akiva, Karou vede sofferenza e l’urgente bisogno di decifrare un mistero: mistero incarnato dalla stessa ragazza. Ma l’angelo non vuole combattere, si limita a difendersi e a dire che non vuole farle del male, vuole parlarle e alla domanda della giovane sul perché la stia seguendo riesce solo a rispondere “Non lo so”. Poi dispiegando le ali si libra nel cielo e Karou più determinata e feroce che mai lo segue: non vuole negargli la possibilità di parlare.

In questo capitolo l’azione torna protagonista e insieme a essa assistiamo a un cambiamento in Karou: l’istinto di sopravvivenza prevale, ma non si tratta solo della necessità di proteggersi, è un’urgenza più letale e irresistibile che la anima, acuita dal ricordo dell’amico Kishmish in fiamme, dai portali incendiati, da tutto ciò che aveva costituito la sua vita e che ora è perduto. E questa energia che la attraversa la porta con un impulso automatico a usare i suoi hamsa, dai quali sprigiona una magia incredibile. Raccapricciante. Ma insieme a questa lucida percezione di sé Karou avverte qualcosa di più: la donna che è in lei non può non sentire la prestanza mascolina di Akiva, la carnalità che c’è in lui, il tepore della sua pelle e la vita che gli pulsa nelle vene. Forse qualcosa sta cambiando anche in lei. 

 

Cap. 28

Atteggiamento di preghiera

Se anche il tempo, in alcuni momenti sembra si sia fermato, e il mondo di Karou è concentrato sullo scontro con Akiva, in realtà i due nemici?!??! non sono soli: la vampira Svetla e dei turisti stanno assistendo all’insolita scena. Tra questi c’è anche Kaz, che in realtà non è troppo sorpreso da ciò che vede. Karou è sempre stata una ragazza diversa, con qualcosa di insolito. Non è incredulità quella che il giovane avverte, quanto piuttosto gelosia alla vista di quell’uomo dalla bellezza quasi assurda.

Lo scontro è ipnotico, ma si svolge in modo singolare: la giovane dai capelli blu è l’unica ad attaccare mentre il suo avversario ne schiva i colpi e poi tenta di immobilizzarla e parlarle. A un certo punto sembra che Karou sia disposta ad ascoltarlo e l’uomo la lascia libera e si allontana da lei. Le parole tra i due continuano finché la giovane all’improvviso fa un movimento e Akiva si affloscia e inizia a precipitare.

Altro capitolo in cui l’azione è protagonista e porta la curiosità alle stelle. Quali sono le parole che i due avversari si sono scambiati nell’aria? Cosa ha spinto Karou a sferrare quel colpo improvviso?

 

Cap. 29

Luce di stella verso il sole

Sono occhi esterni quelli che hanno descritto la scena del capitolo precedente. Ora l’autrice ci offre un diverso punto di vista: sono le emozioni a parlare, è il contatto, è lo sguardo di Akiva che scivola sulle guance e sulle labbra di Karou, è il tocco di questo sguardo che giunge al lettore ed è l’effetto del fluire di quest’energia magnetica, che passa dall’uno all’altro, a operare una sorta di incantesimo. Quella consapevolezza quasi erotica provata in precedenza dalla nostra protagonista scatena uno sfarfallio che la lascia impreparata, ma che le risulta inaccettabile: è la rabbia che le viene in soccorso  e la spinge a reagire a queste sensazioni suscitate dalla bellezza ammaliante del suo antagonista. Ma i dubbi si insinuano nella sua mente: cosa intende fare? vuole ucciderlo? E lui? Cosa vuole da lei? 

Quando l’angelo riesce a immobilizzarla costringendola a tenere i palmi uno contro l’altro la ragazza è investita da un’onda impetuosa di emozioni contrastanti: sente l’impotenza e l’affanno del ricordo di come l’angelo l’avesse sovrastata in Marocco, ma l’inquietudine più forte è quella di leggere nel volto di Akiva l’incandescenza dei sentimenti che ne marchiavano l’essenza. Dolore. Agonia. E poi la travolgente violenza dell’attrazione esercitata dall’angelo su di lei: qualcosa di vivo che la lascia indifesa e che di riflesso prende forma anche in lui, anch’egli smarrito, confuso, combattuto dal bisogno di parlarle e di capire il perché di questo richiamo che avverte forte e chiaro quanto Karou. Un bisogno di cui non riesce a spiegarsi le ragioni. Un bisogno che lo coglie impreparato e lo spinge a liberarla e a lasciarle la scelta. Se vuoi puoi colpirmi.

Karou viene colta dal panico. Il tocco di Akiva la faceva sentire completa. Riempita. E si tratta di una consapevolezza che la sconvolge, che istintivamente la spinge a ristabilire quel contatto perduto, ma a cui si costringe a resistere. E quando l’angelo prova ad avvicinarsi le mani della ragazza si muovono verso l’uomo e accade qualcosa di inaspettato che lascia entrambi sorpresi e impreparati: Akiva cade. La scena seguita da spettatori entusiasti e convinti di stare assistendo a uno spettacolo è sottolineata da un applauso e Karou, sollevata di vedere che l’angelo è rinvenuto, lo prende per mano e a uso e consumo dell’improvvisato pubblico entrambi si esibiscono in un inchino cercando di sfuggire alla folla entusiasta. La ragazza torna a ripetere la stessa domanda. Perché mi cercavi? E forse un piccolo tassello si aggiunge all’intricato rompicapo che avvolge la vita di Karou. Sono gli occhi del diavolo a marchiare le mani di Karou: è il marchio dei ritornati, delle Chimere soldato. Akiva le svela anche la sorte di Sulphurus e degli altri, rinchiusi nella fortezza nera e le spiega che ha bruciato i portali per porre fine alla guerra.

Il capitolo ha una grande intensità emotiva che prende il sopravvento sulla lettura – concentratasi più sull’aspetto dell’azione – che ne fa il capitolo precedente di cui questo rappresenta l’altra faccia della stessa medaglia. L’approfondimento psicologico di entrambi i personaggi è perfetto e soprattutto la figura di Akiva continua a offrirsi senza remore o veli: turbato da quanto prova e che avverte nell’aria, che sente tra loro, si lascia prendere dalle vibrazioni martellanti che lo colpiscono. Madrigal è presente nei suoi ricordi, ma il suo volto è svanito e insieme a lei il sentimento che provava per questa donna. Ora c’è Karou. Ma qualcosa di più, qualcosa di indefinito, a cui non riesce consciamente a dare forma o nome, si agita in lui. E le domande e le ipotesi, non proprio fatte a brandelli come i pensieri di Akiva, mi sa che tormentano anche noi lettrici. Cosa c’è realmente a legare Madrigal e Karou?

 

Cap. 30

Tu

Sentite le voci degli spettatori che avevano assistito allo scontro tra i due, Karou chiede ad Akiva di seguirlo e decide di portarlo a casa sua, pur consapevole della follia del gesto, ma mettendo a tacere i suoi dubbi con la speranza di avere finalmente delle risposte.

Arrivati nel piccolo appartamento inizia il loro confronto. L’angelo è molto provato dal colpo ricevuto, ma riesce a fornire alla ragazza alcune informazioni sulle Chimere, che chiariscono qualcosa, ma lasciano comunque molte domande senza soluzione riguardo a chi sia Karou, che a un certo punto non riuscendo a a rispondere ad Akiva quando le chiede chi lei sia veramente, rigira l’interrogativo . L’uomo le dice di essere un soldato. Un soldato che ha avvertito l’istinto di abbandonare la guerra che stava combattendo perché sentiva il bisogno di qualcosa… qualcosa di lontano… di indefinito che potesse alleviarlo del fardello quasi insostenibile di una vita lunga e dolorosa. E mentre le parole tra i due scorrono ancora e li conducono nel passato di Akira, quest’ultimo, ancora una volta, non teme di esporsi. Non ha paura di mostrare il proprio cuore, le speranze, i pensieri e racconta di un incontro: un incontro con una ragazza dagli occhi neri e i capelli del colore di una pietra preziosa; una ragazza triste, profondamente triste, ma che poteva essere trasfigurata da un sorriso, un sorriso che lui avrebbe voluto rivedere, che avrebbe voluto far nascere sulle sue labbra. E quando il suo addestramento lo ha portato a ferirla perché lei era una nemica, il fatto che fosse riuscita a difendersi lo ha reso felice e lo ha spinto a tornare per stare nel mondo in cui si trova lei. Qualcosa di magico corre tra loro mentre il silenzio li avvolge entrambi. Diverse ore dopo Karou viene svegliata: è Akiva che con occhi infuocati torreggia su di lei e tiene nelle mani i suoi pugnali a mezzaluna.

Un capitolo in crescendo: la Taylor ha un talento eccezionale sia nel creare con tratti marcati e attentissimi un world building senza alcuna pecca, sia nell’esplorare e rendere pastosa e vibrante la dimensione emotiva ed emozionale dei suoi personaggi e con Akiva sta superando se stessa. L’angelo è dotato di una complessità in cui luci e ombre si fondono: domina la scena e catalizza l’attenzione del lettore attraverso la coerenza dei suoi comportamenti e la credibilità con cui viene caratterizzato – prerogativa che per altro condivide anche con tutti gli altri personaggi. L’autrice concede al romanticismo senza banalizzare o snaturare l’essenza del serafino e offre una storia convincente e ricca di fascino. Impossibile non farsi conquistare da questo protagonista.

 

Che dire a conclusione di questa tappa? Una lettura al top che gli amanti del genere non possono lasciarsi sfuggire. Le cose da scoprire sono ancora tante, ma la Taylor è un vero cavallo di razza, capace di non lasciare nulla al caso. La sua è una prosa straordinaria: le sue parole ammaliano, non stancano mai e conferiscono un’impronta sempre viva a tutta la narrazione, marchiata a fuoco da figure eccezionali e da dinamiche articolate che non scivolano mai nel terreno dello stereotipo. Seguiteci e ricordatevi di commentare anche le altre tappe. Buona lettura.

 

 

 

13 commenti Aggiungi il tuo

  1. CHIARA ROPOLO ha detto:

    anche io amo lo stile di questa autrice, oltre alla particolarità della storia. Contenta che piaccia anche a te

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    1. farfallapurpurea ha detto:

      Sì, sono contentissima anch’io: un’autrice che sa il fatto suo ❤

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  2. Simao nel cuore della storia! Mi sta piacendo, lo stile della Taylor, che h sto leggendo per la prima volta, è molto vivido, riesci ad immaginarti bene tutto, luoghi, personaggi, avvenimenti. Bellissimo lo spettacolo di Zuzana. Mi rimangono delle perplessità su alcune scelte, ma vedremo come prosegue….

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    1. farfallapurpurea ha detto:

      Vedremo dove l’autrice ci porterà, penso ci aspettino parecchie sorprese. Grazie per essere passata

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  3. Alessia ha detto:

    Bello il rapporto che si sta delineando tra Akiva e Karou ed interessante la figura appena accennata di Madrigal! Vedremo un po’ 😊

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  4. chiccabloglibrintavola ha detto:

    Madrigal mi mette tanta curiosità. chi è, cosa è, cosa è successo? ancora domande. fortuna che Chiara dice che poi le risposte arriveranno tutte! io aspetto

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  5. Diana Reydych ha detto:

    Ormai siamo nel pieno delle danze e molti dettagli iniziano a delinearsi anche se le.domande sono ancora in vantaggio.
    Sono molto contenta di questa seconda lettura!

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  6. manuela ha detto:

    A me è piaciuto in modo particolare il cap.30 perché inizia a sciogliere qualche dubbio.

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  7. La Biblioteca dei Desideri ha detto:

    Quando ormai mi stavo abituando a questa strana famiglia, tutto mi viene tolto. Sulphurus, Sybilis dove siete???

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  8. Erica Libri al caffè ha detto:

    Lo scontro in volo tra Akiva e Karou è qualcosa di veramente particolare, l’autrice riesce a descrivere perfettamente la corrente, l’attrazione che c’è tra loro che si stanno studiando e conoscendo

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  9. Giusy P. ha detto:

    Io spero davvero non ci sia un risvolto romantico tra Akiva e Karou (anche se mi pare abbastanza scontato che ci sarà)! Comunque ho preferito i capitoli precedenti a questi…

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