Le stelle sono tante…

Da giorni vivo uno strano malessere.

Sarà che una delle mie più spiccate prerogative è la capacità di provare empatia e sentire come mie le emozioni altrui; sarà che mi dispiaccio quando osservo degli atteggiamenti discriminatori nei confronti di qualcuno o qualcosa; sarà che la mia testolina si mette in moto riflettendo su certe dinamiche, ma oggi ho deciso di prendere le parti di quelle “povere” e “solitarie” valutazioni a una o due stelle.

Vi siete mai accorti come le sventurate stelline subiscano, oltre ad attacchi abbastanza forti, anche l’infausta sorte di doversi sempre e comunque giustificare di fronte a tutti? Da loro si pretende il perché e il per come…

Si chiedono a gran voce le motivazioni: il che potrebbe anche essere condivisibile dal momento che una sana e costruttiva critica non può che aiutare l’autore a migliorarsi e le spiegazioni riescono a fornire ai lettori in cerca di consigli gli strumenti adeguati per fare una scelta sul prossimo libro da leggere; tuttavia non vedo perché la stessa sorte non venga riservata a chi, lapidariamente, assegna quattro o cinque stelle e non accompagna alcuna parola o si limita a un “bellissimo”, “consigliatissimo”, “stupendo”… Da lettrice potrei dire che l’abbondanza di stelle a cui non si accosti un minimo di analisi mi disturba ancor più del voto basso attribuito a un’opera e mi ritrovo a chiedermi il perché dei due pesi: questa valutazione, seppur positiva, cosa mi dice di un libro? Da lettrice come mi può indirizzare ? Come posso capire se tra me e chi ha lasciato quel consiglio ci sia effettivamente un’affinità in base alla quale poter decidere di seguirne le indicazioni? E come scrittore, oltre a un’imbeccata al mio ego, cosa mi aiuta a comprendere quali elementi della mia scrittura, del mio stile, della mia capacità di caratterizzare i personaggi hanno avuto un impatto positivo sul pubblico? Eppure quasi nessuno chiede spiegazioni o sferra attacchi contro le privilegiate five stars.

Risultati immagini per cinque stelle

Gli scrittori rivendicano il diritto di conoscere i motivi della bocciatura, e da un lato può essere legittimo avere questo tipo di bisogno, però penso ci si debba confrontare anche con l’impossibilità di sapere. Non tutto ci può essere dato. Occorre accettare anche una stroncatura, magari con dispiacere, non potrebbe essere altrimenti, ma non si possono cercare dietrologie o sparare a zero su colui che ha dato quella valutazione.

Imparare a confrontarsi in maniera sana ed equilibrata coi NO fa parte del percorso di ogni persona e, dunque, anche l’esperienza dell’essere scrittore non può sottrarsi a questa regola di vita; d’altro canto anche il lettore ha dei diritti tra cui quello di esprimere liberamente, e senza vincoli, la propria idea – sempre nei limiti del rispetto – che potrebbe tradursi anche nella singola  stella.

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20 commenti Aggiungi il tuo

  1. Vittorio Tatti ha detto:

    Personalmente do più importanza all’opinione che al voto, perché con quest’ultimo non ho modo di capire cosa è piaciuto e cosa no, cosa ha funzionato e cosa no.

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    1. farfallapurpurea ha detto:

      Concordo, anch’io da lettrice apprezzo più l’opinione ma è una misura che applico indifferentemente sia alle valutazioni positive che negative. Purtroppo, di recente, ho visto attacchi feroci contro i voti bassi e la cosa mi ha disturbato parecchio.

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      1. Vittorio Tatti ha detto:

        Chiaramente bisogna accettare anche le critiche, almeno quelle sensate (un “Mi ha fatto schifo” non significa niente).
        Anzi, penso che siano più utili le opinioni negative rispetto a quelle positive, perché le seconde spingono ad adagiarsi.

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      2. farfallapurpurea ha detto:

        Senza dubbio, un’analisi onesta e rispettosa, anche se negativa, a volte vale più di un commento entusiastico

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  2. etiliyle ha detto:

    Un opinione positiva vale mille stelle

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  3. wwayne ha detto:

    Mi hai fatto tornare in mente questa canzone:

    Che ne pensi?

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    1. farfallapurpurea ha detto:

      Questo è il codice per l’incorporamento, se lo copio e incollo su google non trova risultati. Serve il semplice link 🙂

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      1. wwayne ha detto:

        La canzone è “Dal giardino tropicale” di Pacifico. Te gusta? 🙂

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      2. farfallapurpurea ha detto:

        Mucho! Molto belle le sonorità e anche il testo, grazie

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      3. wwayne ha detto:

        Grazie a te per la risposta! Colgo l’occasione per segnalarti che ho pubblicato un nuovo post… spero che ti piaccia! 🙂

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  4. Santiago ha detto:

    Scrivere un libro qualunque sia il risultato è faticoso oltre ogni misura . Trovare un editore missione quasi impossibile . Il 95% di chi pubblica non guadagna che pochi spiccioli e lo fa per passione che spesso viene castrata da tutti quei no del percorso che lo ha portato a pubblicare .
    Certo esistono anche le major e gli scaffali di librerie piene dei soliti noti e di personaggi televisivi ma io parlo del cuore che pulsa del mondo indy.
    Ecco allora che trovare un modo per incoraggiare la gente a non mollare è un atto rivoluzionario perché ci sarà senpre credimi qualche zelante editor che gli dirà quanto schifo facciano le sue pagine .
    Quel tipo di scrittore ha solo bisogno di sapere che qualcosa che ha scritto è arrivato e ha fatto star bene qualcuno.
    E se è vero forse che spesso le stelline sono droga sintetica beh accidenti non mettiamo troppi puntini sulle i.

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    1. farfallapurpurea ha detto:

      Trovo sia giusto e condivisibile che l’approvazione del pubblico dia conferma e ristoro agli scrittori – soprattutto agli emergenti – tuttavia io contesto l’attacco degli stessi alle valutazioni basse che vedono messo alla gogna il lettore, addirittura accusato di cattiveria gratuita o di non capire nulla di quanto letto. In quanto lettrice rivendico il mio diritto di poter esprimere il mio giudizio, sia esso lapidario oppure più articolato. Quando ci si mette in gioco bisogna accettare onori e oneri e, tutto questo, sempre nei limiti del giusto rispetto che si deve, generalmente, alle persone e il dare poche stelle a un libro non lo vedo una mancanza di rispetto ma una cosa che fa parte del pacchetto.

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      1. Santiago ha detto:

        Ogni lettore è sovrano
        E se la metti sul piano “è mio diritto !!” Beh si
        Hai ragione
        Ce l’hai
        Ho solo provato a farti vedere la cosa da un’angolazione diversa cercando di dimostrarti che onori ce ne sono pochi e non vale solo per gli scrittori emergenti .

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      2. farfallapurpurea ha detto:

        Ma io vedo bene l’angolazione dello scrittore, se rileggi il mio post, sottolineo che capisco il punto di vista dell’autore e non lo attacco perché sente l’esigenza di “capire” o sentirsi gratificato per quanto scritto. Nessuno mette in dubbio questo tipo di desiderio, bisogno, o come lo vogliamo chiamare. Ognuno di noi in quello che fa vorrebbe il rinforzo positivo, la gratificazione, solo che a volte non siamo in grado di trasmettere o fare bene quello che facciamo e allora possono arrivare i biasimi o i voti bassi, e, allora, con umiltà dobbiamo accettarli e pensare che potremmo avere da imparare. Solo questo, non voglio polemizzare con chi in modo maturo e obiettivo comprende che forse non siamo arrivati e che può starci anche che a qualcuno quello che produciamo potrebbe non piacere, e non necessariamente quel qualcuno è tenuto a dirti il perché, per quanto possa essere frustrante. Tanto meno è corretto additare il commento negativo come cattiveria o incapacità di comprendere; io penso a un gioco in cui il rispetto debba essere reciproco. Ti ringrazio della chiacchierata, penso che confrontarsi sia sempre qualcosa di piacevole

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  5. inchiostronoir ha detto:

    Personalmente, quando faccio una recensione, parlo delle storia senza rivelarne troppo, poi focalizzo su due o tre aspetti del libro che mi sono piaciuti prima di dare la mia opinione e il mio voto (che va da 1 “Interessante” a 5 “Da leggere assolutamente”). Penso che il recensore deve stuzzicare l’interesse e la curiosità del futuro lettore e spiegare bene perché gli è piaciuto il libro. Se esistono recensori che scrivono solo per bocciare un romanzo o per fulminarne l’autore, è meglio che si occupino di altro.

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    1. farfallapurpurea ha detto:

      Sono d’accordo con te sul fatto che una recensione debba essere strutturata in una certa maniera non solo per esprimere il parere di chi analizza il libro ma soprattutto per dare all’eventuale futuro lettore degli appigli per comprendere se quel libro potrà essere nelle sue corde.

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  6. culturaalvento ha detto:

    Condivido il tuo pensiero. Sui libri e sui film non si può esimersi dallo scrivere il proprio pensiero se si è deciso di esprimere il proprio giudizio con le stelline. Se non si vuole scrivere nulla meglio non esprime nessun giudizio di quel tipo si fa più bella figura.

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    1. farfallapurpurea ha detto:

      Penso che il diritto di critica sia intoccabile, seppur limitato da regole imprescindibili quali il rispetto per le persone e alla stessa maniera, se la critica, pur essendo negativa, non è offensiva penso sia dovere dell’autore accettarla. Purtroppo non sempre le cose vanno in questo modo 😦

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      1. culturaalvento ha detto:

        Io mi riferivo al fatto di chi mette solo stelline senza esprimere nulla di ciò che pensa. In quel caso meglio non mettere neanche le stelline. Il diritto di critica è legittimo, anche se non sempre espresso in modo costruttivo. Chi la riceve la deve saper accettare, altrimenti che intellettuale sarebbe?

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      2. farfallapurpurea ha detto:

        Sì, le stelle senza “accompagnamento” alla fine sono abbastanza inutili

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