Bianca Marconero
È lo pseudonimo di una scrittrice di Reggio Emilia. Ha lavorato come redattrice per periodici per ragazzi e poi è approdata alla scrittura creativa. Già autrice di una saga fantasy, con la Newton Compton ha pubblicato La prima cosa bella, L’ultima notte al mondo, Ed ero contentissimo, Un altro giorno ancora e Non è detto che mi manchi.
Un altro giorno ancora
I sentimenti sono come i fiori selvatici. Crescono dove meno te l’aspetti.
Elisa Hoffman ha imparato presto a cavarsela da sola. Ultima di cinque fratelli, vive per la famiglia e per l’equitazione. L’esclusivo maneggio in cui lavora, alle porte di Milano, è il posto che ama di più al mondo, e mette da parte tutti i risparmi per riuscire a comprarsi Sparkle, un cavallo che ha addestrato per mesi. Tutti i suoi sogni, però, si infrangono alla notizia che Andrea, un ragazzo terribilmente bello e ricco, ha offerto più soldi e ha acquistato il cavallo che le era stato promesso. Elisa non si dà pace e riversa su di lui tutto il suo risentimento. Ma Andrea è davvero così freddo come sembra, o sotto il ghiaccio si nasconde qualcosa di diverso? Un imprevisto, un accordo e un’inattesa amicizia con il nemico permettono a Elisa di scoprire che il ragazzo, in realtà, possiede delle qualità inaspettate… Una storia sull’amore in tutte le sue declinazioni, e sui sentimenti che, come fiori selvatici, crescono in silenzio, senza che nessuno li annaffi.
Recensione
- Dinamiche ripetitive e poco interessanti.
- Una rappresentazione dei sentimenti fin troppo superficiale.
- Messaggi non sempre edificanti,
- Prose piatte.
- Caratterizzazione dei personaggi stereotipata.
- Un uso quasi pornografico del dolore e delle tragedie.
- Manchevolezze narrative che facevano rilevare un’assenza di cura e coscienziosa progettualità degli intrecci.

Non amo per niente il genere New Adult.


… la vincitrice della categoria Young Rider. Si chiama Elisa Hoffman, diciannove anni fatti a giugno, quattro fratelli maggiori, nessun genitore rimasto e un amore sconfinato per i cavalli.
Stava già per bere ma si blocca, stupefatto. Gli occhi rivaleggiano con il cielo di certi giorni perfetti. Vi leggo un oceano di stupore, e sapere che sono io la persona che lo ha sorpreso mi fa crescere una spanna.
«Allora lo sapevi?», è incredulo, gli scappa quasi un sorriso.
Io rispondo al sorriso. «Come potrei non saperlo?», replico, e mi godo ancora tutto quell’azzurro e la sensazione di dolcezza e di burrasca. «Ci conosciamo da dieci anni!».
Nessuno scivolone. MAI. I suoi personaggi sono totalmente poliedrici – dai principali ai secondari – e sanno parlare direttamente al cuore del lettore, riuscendo a creare quel legame empatico essenziale, che nasce dall’essere trasportati in una storia che diventa anche tua. Ed è così che Elisa, voce narrante del romanzo, coi suoi tatuaggi, i capelli biondi e viola e lo sguardo da Bambi diventa lo stargate che ci conduce in un universo emozionale che non trascura nulla: rende la complessità del proprio e dell’animo degli altri interpreti e ne trasmette tutta l’intensità espressiva. Parla direttamente alle tue orecchie e opera quella magia incantatrice, capace di farti innamorare di tutto ciò che racconta.
Nella vita vera sono altre le cose importanti. E quella che più conta per me è che sia chiaro, lapalissiano, che non voglio rogne sentimentali. Non voglio cioccolatini a San Valentino e non voglio la telefonata della buonanotte. Non voglio un ragazzo tutto mio. Non sogno marito e figli. Allargare la propria cerchia di affetti vuol dire esporsi alle cose che possono andare male. Può sembrare un discorso cinico, ma lascio l’ottimismo agli avventati. Poiché la vita mi ha già preso a calci un paio di volte, ora adotto le mie precauzioni. Disarmo la sfiga, limitando il numero di persone che mi possono ferire. Da quando ho messo in pratica questa regola, la vita fa meno paura.
Attraverso le parole della sua eroina Bianca Marconero costruisce persone, non solo personaggi – coerenti e convincenti – che veicolano messaggi costruttivi e raccontano storie speciali, fatte di fragilità, tenerezza, determinazione, lavoro, fatica, tormento, fedeltà ai legami e ai sentimenti. Il dolore agita, sì, le sue pagine, ma in nessun momento diviene un’esperienza insana o utilitaristica, usata al solo scopo – per altro infelice – di caratterizzare personaggi privi di profondità: non c’è nulla di voyeuristico nella sua presenza perché l’autrice ne restituisce il valore in termini di maturazione e resilienza.
… dopotutto, ho appena guadagnato un altro giorno…
Non si fermano qui i pregi di Un altro giorno ancora: il plot è articolato, scandito da eventi e meccanismi gestiti senza improvvisazioni o trascuratezze; i dialoghi sono sempre interessanti, appropriati e dinamici; l’amore si mostra nella totalità della sua essenza. E quando tutte queste prerogative si combinano in una sintesi tanto perfetta, allora la prova del talento è superata a pieni voti.
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sempre con una connotazione tecnica e sempre fantastica nel recensire. Non l’avessi già letto (e amato alla follia) lo farei solo per queste tue parole
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❤ ❤ ❤ ❤ Che bello quello che mi dici. Grazie mille :* Io invece devo recuperare gli altri suoi, ormai sono in ballo e mi tocca ballare 😉
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brava recupera! Leggi La prima cosa bella
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Agli ordini 😉
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io quoto in pieno Chiara, tu sei troppo brava nello scrivere ed io sono troppo felice che Bianca ti abbia conquistata!
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GRAZIE! ❤ Se continuate così a farmi complimenti mi monterò la testa hahahha
Felicissima io di averla letta, nonostante avessi chiuso col genere, dopo tutte le fregature prese. Un bacio
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